La cultura in Lunigiana

La Lunigiana è il paese della cultura. Oggi la conosciamo per il premio Bancarella, uno tra i più importanti riconoscimenti letterari italiani. Ma, forse, pochi sanno perché e come il “Bancarella” è nato.

Da Montereggio, da Parana, da Mulazzo, dai paesi dell’alta Lunigiana – terra di grande emigrazione – sono partite generazioni di librai ambulanti che a primavera si ritrovavano sui prati della Cisa per un singolare rito: l’assegnazione delle zone di vendita per non sovrapporsi creando inutili e dannose concorrenze. Quella era anche l’occasione per scambiarsi preziose informazioni su dove rifornirsi dei libri.

Con astuzia riuscivano, soprattutto al nord, a vendere i libri ai contadini mostrando lo le pagine di opere come l’Orlando Furioso e mettendosi a declamarne i versi fingendo di leggerli in quanto analfabeti essi stessi. Con questo espediente riuscivano ad imporre acquisti in quelle semplici famiglie.

Da queste generazioni di venditori ambulanti crebbero successive generazioni di Editori o di Librai. Il Premio Bancarella nasce nell’agosto del 1952 proprio dal primo raduno dei Librai Pontremolesi, tra le presenze di Giovanni Gronchi, di Valentino Bompiani, di Salvator Gotta.

E una giovane Oriana Fallaci, già cronista acuta e partecipe alla nascita del Premio, scriveva: “Giunsero da tutte le parti d’Italia. Qualcuno arrivava in automobile, ma la maggior parte scendeva dal treno...” e ancora “Gli uomini vestivano per lo più abiti a righe, e avevano sul panciotto, bene in mostra, la catena d’oro. Le donne, più dimesse, tenevano al braccio sinistro certe ampie borse da spesa. Erano i librai più vecchi del mondo: i capelli bianchi apparivano come distinzione necessaria in quell’adunata...”.

E nacque il Premio Bancarella, l’unico premio gestito esclusivamente dai librai e che, tra i vincitori, annovera Autori come Hemingway, Pasternak, Isaaac Singer.

Ma il rapporto di questa terra con la cultura è molto più antico: tra i più autorevoli protagonisti che hanno vissuto sotto i cieli di Lunigiana non si può non citare il Padre della nostra letteratura: Dante Alighieri.

L'Autore di uno dei libri più celebri della letteratura di ogni tempo oltre all’attività di narratore poteva vantarne una anche come diplomatico. Fu lui che, ospite dei Malaspina, a Mulazzo, mediò la pace tra la famiglia patrizia ed il vescovo di Luni, riuscendo nell’intento mentre portava a compimento anche il Canto VIII del Purgatorio della sua “Comoedia”.

La cultura, in Lunigiana, è il Museo della Stampa di Fivizzano, nel quale sono conservati preziosi e disparati reperti, da antichissimi caratteri mobili di stampa del primo tipografo italiano, Jacopo da Fivizzano che disputa con il più celebre Johannes Gutenberg la primigenia idea della stampa a caratteri mobili e, comunque, produsse pubblicazioni con questo mezzo almeno sette anni prima che ad Oxford, nove prima di Londra e undici prima di Vienna.

Ma Fivizzano ha dato i natali anche all’inventore della macchina per scrivere, Agostino Fantoni che nel 1802, quarantaquattro anni prima della nascita ufficiale di questo apparecchio di scrittura, inventò un attrezzo che doveva servire alla sorella, cieca, per poter scrivere autonomamente le proprie lettere, e l’invenzione nacque proprio nel Palazzo Fantoni Bononi, sede oggi del Museo. Ultimo contributo fivizzanese alla scrittura e alla stampa fu l’invenzione della carta carbone che nacque qui nel 1806.

La storia e la cultura si respirano ovunque, in Lunigiana, dai numerosi borghi murati perfettamente conservati, testimoni di quasi un millennio di storia alle varie vie della Fede percorse dai Pellegrini diretti alla Roma papalina, dalla più celebre Via Francigena alla Via del Volto Santo.

La stessa storia che impregna i muri del Poggio delle Rondini la cui parte più antica sembra risalire al 1200.

E, in fondo, con qualche giorno passato nella tranquillità del Poggio, con lo spettacolo del castello di Bagnone e della valle che si apre davanti, sembra davvero di aver fatto un viaggio molto più lungo di quello necessario a raggiungere quest’oasi: avrete realizzato un vero viaggio nel tempo.